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giornale di cantiere  

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Al momento della sospensione questo blog era stato visitato per 25.000 volte
(1.000 più, 1.000 meno)


30 giugno 2003
 
Altro avvenimento memorabile:
la prima inaugurazione di casa Baggiani.
Fonti bene informate assicurano che sarà solo la prima di una lunga serie!



29 giugno 2003

 
Un blog termolabile

I lettori più perspicaci avranno già attribuito la stasi di questo blog alla temperatura atmosferica vigente, incompatibile con una sia pur minima attività cerebrale complessa. Quando la semplice esistenza in vita produce una sudorazione insopportabile, ogni attività non indispensabile per la sopravvivenza e per il pagamento dei bollettini INPS deve essere sospesa, foss'anche la nobile arte del bloggare. E pazienza se così si perdono tempestività e freschezza d'informazione, se tutti nel frattempo postano, linkano, raccontano, analizzano, mostrano foto, video, salutano...

Due settimane dopo Blog Rage come fai a parlare in modo originale di una cosa che è tra le più documentate nella storia dell'Umanità?
Meglio sorvolare, salutare con affetto i bloggatori presenti e lanciarsi nel presente imperfetto:

Giovedì 3 luglio dalle 18 alle 20, a Milano, presso l'internet point METAVERSE, presentazione del libro di Antonio Zoppetti (zop)
Blog. PerQueneau? La scrittura cambia con internet
(c'è anche un mio eserciziucolo di stile)



Venerdì 4 luglio a Carpi (MO) "tutto quello che avreste sognato per la presentazione di un libro ma che non vi è mai stato offerto"
Blog out alla piadineria Sgurz!
Presentazione e masticazione del libro


L'anno scorso, di questi tempi, cominciarono a circolare le prime voci/proposte riguardanti un libro italiano sui blog. A molti sembrava prematuro... un anno dopo ci sono almeno cinque libri che prendono spunto dal mondo dei weblog italici. La blogosfera per adesso si espande senza rarefare la materia.



14 giugno 2003

 
Contributi

Attraverso giovani tromboni vengo a conoscenza del manifesto-programma dell'architettura timida. Non è che mi sia tutto chiaro, comunque merita un approfondimento:

La grande ricchezza del restauro timido è l’assenza, la rinuncia all’intervento secondo il principio del “quieta non movere”, l’inutilità dell’intervento se non strettamente necessario. La sua qualità è il nascondersi, il fermarsi al momento opportuno, la non spettacolarizzazione dell’intervento, la consapevolezza di non poter capire tutto, la prudenza, in poche parole la timidezza. Il restauro tradizionale è impersonificato da Sisifo mentre il restauro timido dal coniglio.


Enzo mi spedisce un'immagine dall'Elba riguardante i sedicenti muri a secco.

muroelba.JPG




11 giugno 2003

 
Un nome, un augurio:
un raduno enorme    





08 giugno 2003

 
Ieri sera a Pontedera (PI) c'era il Sabar, festa di musica e danza che prende il nome dal tipico tamburo senegalese.
È una festa laica, tollerata a stento dai religiosi più ortodossi per certi espliciti richiami alla sessualità che assumono le movenze dei danzatori. È stata l'occasione per avvicinare due comunità, quella toscana e quella africana, che vivono ormai da tempo a stretto contatto senza conoscere bene le reciproche tradizioni. Non c'è niente meglio della musica per questo.

Aggiunta: avevo già assistito a una serata di ballo wolof e ho potuto notare le differenze. Il sabar in piazza ha dimostrato chiaramente come l'ostacolo più grosso da superare non sia l'ostilità, quanto la timidezza. C'erano gruppi di giovani senegalesi che, lo si vedeva bene, morivano dalla voglia di mostrare la loro bravura nel ballo, eppure rimanevano ai margini; i pontederesi battevano il tempo con le mani e coi piedi, ma si limitavano a fare da spettatori.
Sono state le donne e i bambini a rompere il ghiaccio. Le donne senegalesi che piroettavano scalze sul selciato nel turbinìo dei vestiti scintillanti e i bambini, ancora troppo piccoli per apprezzare le differenze di razza e affascinati dal ritmo.
L'unica persona che ha raccolto l'invito a imparare qualche passo di danza è stata una biondina di quattro anni, per niente intimorita dal gigante piumato che le saltellava di fronte. E pensare che a noi per farci paura ci raccontavano dell'uomo nero...

Neanch'io ho ballato, ma c'ho la giustificazione: un mal di schiena così bastardo che al mattino devo farmi infilare scarpe e calzini da qualcun altro. Se aggiungi il caldo micidiale di questi giorni, l'estate s'annuncia proprio interessante.



02 giugno 2003

 
Particolari rivelatori
I muri a secco sono un elemento caratteristico di molti paesaggi rurali e rispondono a diverse esigenze: segnare i confini delle proprietà, proteggere le colture dal vento, ricavare terrazzamenti coltivabili sui pendii, in qualche caso (sospetto io) semplicemente togliere dai piedi la spropositata quantità di sassi che infesta certi terreni. Quello che salta agli occhi di tutti è l'abilità dei costruttori, il valore estetico di queste strutture, la fatica titanica che richiese la loro realizzazione.

Gli uliveti del Monte Pisano devono gran parte del loro fascino proprio ai terrazzamenti in pietra che hanno rimodellato il paesaggio in secoli di lavoro. Il muro di contenimento tradizionale è formato da pietre accostate con cura, leggermente inclinate per contrastare la spinta del terreno sovrastante. La terra s'insinua tra le pietre, compatta la struttura senza impedire il deflusso delle acque, accoglie varie specie vegetali specializzate, quali l'ombelico di Venere e il tasso barbasso.
murettoasecco.JPG
muretto.JPGNel corso della ristrutturazione di edifici rurali si presenta abbastanza spesso la necessità di ricostruire muri in pietra o di erigerne di nuovi in stile tradizionale. La mancanza di manodopera specializzata, la carenza di pietre (ce ne vogliono sempre il doppio di quello che uno prevede) e di tempo portano quasi sempre a scegliere tecniche che simulano soltanto l'aspetto dei vecchi muri a secco. I risultati in genere non sono entusiasmanti.
Innanzitutto le pietre vengono murate con abbondante malta cementizia che rimane "a vista" ed altera la composizione cromatica dell'insieme. La stessa malta poi satura gli interstizi e invoglia una costruzione sciatta: non ci si cura di accostare le pietre né di dare una certa continuità alle fughe.

L'ultima foto documenta un mio tentativo di mediazione. La malta è composta da calce pozzolanica, sabbia e cemento bianco per ottenere un colore molto chiaro; le pietre sono accostate e vengono lavate con un getto d'acqua poco dopo la posa, in modo da eliminare quasi del tutto la malta visibile; la malta stessa è è applicata in modo discontinuo per permettere il deflusso dell'acqua attarverso il muro.
Il risultato mi pare discreto.
muretto2.JPG



 
Io lo chiamerei "Copperfield"

Il contadino suggerisce un servizio che permetta di adottare un blog a distanza. In questa fase di blog abbandonati, venduti per quattro soldi, bisognosi di cure e d'affetto, mi sembra una proposta meritevole d'attenzione.
Qualcuno che si fa avanti per spiattellarla sul Web?





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